IDROPHILIA | La Zona Abitabile |2015

IDROPHILIA | La Zona Abitabile

a cura di  Ilaria Margutti in collaborazione con il gruppo Le Giraffe Labs e Luca Giovagnoli

24 Aprile 2015 – 26 Luglio 2015

Artisti coinvolti: Alessandra Baldoni, Claudio Ballestracci, Roberta Bernardini, Francesco Bocchini, Simona Bramati, Marco Buzzini, Viola Cangi, Juan Carlos Ceci, Kiril Cholakov, Paolo Fabiani, Antonella Farsetti, Luca Giovagnoli, Valter Lazzerini, Dacia Manto, Ilaria Margutti, Jara Marzulli, Saverio Mercati, Giorgia Moretti, Massimo Pulini, Virginia Ryan, Laura Serafini, Le Giraffe Labs


Per idrofilia, si intende la fisica della materia a legarsi con l’acqua.

In senso più ampio, si intende anche la proprietà di alcuni materiali di assorbire o trattenere acqua al loro interno o sulla loro superficie.

Nel suo significato metaforico, l’idrofila può essere considerata come la relazione amorosa fondamentale tra gli esseri viventi e l’acqua.

La CasermArcheologica ha riaperto le proprie sale sospese nel tempo e nella memoria, con una mostra|percorso che ha accompagnato i visitatori a riflettere sulla relazione tra l’essere umano e la rete della vita di cui facciamo parte, collocando l’acqua come elemento di congiunzione tra tutte le cose della Natura, il fluido interconnesso tra la vita e il suo luogo, come fosse un tessuto che si dipana seguendo le forme a reticolo suggerite dalla Natura stessa.

Si indica come Zona Abitabile la regione intorno ad una stella, ove è teoricamente attuabile per un pianeta, mantenere acqua liquida sulla sua superficie.

Per cui, la Zona Abitabile non è altro che il Luogo perfetto perché tali connessioni accadano, rendendoci possibile la consapevolezza dell’esperienza della vita.

La Mostra IDROPHILIA | La Zona Abitabile, è stata pensata e realizzata, per ricondurre l’attenzione alla relazione tra uomo e mondo, ponendo alla base del percorso la teoria della Rete della vita, come unico metodo di riconoscimento possibile con la materia di cui siamo fatti.

L’uomo non tesse la trama della vita;

in essa egli è soltanto un filo.

Qualsiasi cosa fa alla trama,

l’uomo la fa a se stesso. [1]

TED PERRY, ispirandosi al capo indiano Seattle

Per il terzo anno consecutivo, con il sostegno dell’Istituzione Museo Biblioteca e Archivi Storici di Sansepolcro e il patrocinio Comune di Sansepolcro si consolida la volontà e l’impegno di mantenere attivi gli spazi della ‘CasermArcheologia – Luogo Utopie Possibili’, ex-Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro, che riaprono al pubblico per riproporre l’esperienza della sperimentazione artistica contemporanea come anello di congiunzione del dialogo tra Arte, Memoria e Identità.

La mostra ha coinvolto una ventina di artisti, che per l’occasione hanno esposto opere nelle quali hanno già affrontato l’argomento del rapporto tra acqua-ambiente-uomo, della relazione con la Natura e della metamorfosi attraverso il rapporto consapevole del concetto della Rete della Vita.

Centrale nel percorso, è dunque il tema della metamorfosi, di passaggio e cambiamento, di condivisione e dialogo tra i diversi livelli di linguaggi che caratterizzano la nostra epoca.

Anche quest’anno sono stati coinvolti nel progetto di interazione culturale tra arte contemporanea e territorio, gli studenti delle scuole superiori di Sansepolcro, con un progetto didattico curato da Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti.

Alla Mostra presso la CasermArcheologica si affianca il progetto di installazione artistica interattiva L’ACQUA È DI TUTTI, realizzato, prodotto e sostenuto da Claudio Ballestracci, Manolo Benvenuti, Giulio Accettulli e musiche di Marco Mantovani.

L’opera, realizzata in maggior parte con la plastica di bottiglie di recupero, ha l’aspetto di una gigantesca Bottiglia abbandonata come un rifiuto, studiato apposta per dare l’impressione di essere leggermente “interrato”.

Le sue dimensioni permettono a un buon numero di fruitori di entrarvi simultaneamente e sostarvi con comodità per interagire con quattro fontane perfettamente funzionanti, che invitano i fruitori ad avvicinarsi all’acqua e svelare la loro più segreta funzione: all’approssimarsi del fruitore, i dispositivi delle Fontane sospendono il flusso d’acqua ed emettono la linea melodica di uno strumento ad arco che suona una determinata partitura. La composizione, originale e dedicata, suona completa solo quando tutte e quattro le Fontane sono attive, ed è come se evocassero, dall’acqua, un quartetto d’archi.

PROGETTO GRAFICO

Segni Marini

Valentina Marini | amministrazione@segnimarini.it | t. 329.2927963

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DIREZIONE TECNICA

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MEDIA PARTNER

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Kilowatt Festival

INFO STAMPA

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Flavia Lanza | Mobile: 340_9245760 | Mail: ufficiostampaflpress@gmail.com

[1] Epigrafe – La rete della vita, Fritjof Capra. Ed. BUR, 2001

 

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